animal free Zummy

Zummy si certifica Animal Free Fashion con LAV

di Zummy Team

animal free LAV Zummy

Zummy nasce dall’amore e dal profondo rispetto che le fondatrici nutrono per la natura e per gli animali. Per questo motivo il brand ha deciso di escludere dalla propria produzione e dai propri capi e accessori qualsiasi materiale o sostanza di origine animale, sottoponendo ai propri fornitori un questionario di sostenibilità che include due domande specifiche sul tema: Zummy ha selezionato solamente fornitori che abbiano dichiarato di non aver fornito all’azienda materiali o sostanze di origine animale o che abbiano comportato violenza sugli animali e di non aver utilizzato loro derivati all’interno del processo produttivo dei nostri capi/accessori. 

Ogni anno almeno 70 milioni di animali vengono allevati e 10 milioni catturati per diventare pellicce dell’industria della moda. Secondo LAV, per ogni chilo di pelliccia prodotta 12 animali perdono la vita. Un’assurdità secondo noi di Zummy!

Ma le pellicce non solo l’unica forma di violenza sugli animali: basti pensare alle anatre e alle oche, cui vengono spesso strappate le piume in modo doloroso e crudele, o alle pelli più tradizionalmente commercializzate, che a volte vengono narrate come scarti dell’industria alimentare, ma che più spesso sono veri e propri business. Tra l’altro, sebbene stiano nascendo processi di concia maggiormente sostenibili dal punto di vista delle sostanze utilizzate per il procedimento, sono ancora numerose le lavorazioni che includono l’uso di sostanze tossiche cancerogene per la salute e per l’ambiente. Parallelamente alle pelli più tradizionali, da sempre in uso nella moda sono anche pelli di animali esotici, come pitoni, coccodrilli, struzzi, squali e molti altri, che sono addirittura spesso vittime del commercio illegale.

E la seta? Beh, per ottenerla la lavorazione prende avvio dalla bollitura dei bozzoli intessuti dai bachi, mentre i bachi stessi sono ancora all’interno impegnati nel loro processo evolutivo. Come riportato da LAV, per ottenere “20/25 kg di seta vengono sacrificati fino a 50 mila bachi”

La lavorazione della lana stessa diventa purtroppo spesso teatro di violenze: anche se le pecore non vengono uccise, vengono immobilizzate e spesso ferite da processi di tosatura veloci che non tengono conto del benessere dell’animale, ma che rispondono a rapide tempistiche commerciali, oppure vengono ferite da pratiche barbare volutamente perpetrate, come il mulesing.  

Zummy si impegna per evitare qualsiasi forma di violenza sugli animali, ecco perché ha deciso di escludere dalla produzione e dai capi qualunque materiale o sostanza di origine animale. Ha escluso perfino la seta non violenta, in assenza di un ente certificatore esterno che possa garantirne la condotta di lavorazione. E ha escluso la lana rigenerata e qualsiasi utilizzo di sfridi di pelle che magari avrebbe potuto riciclare da produzioni altrui, perché vuole in ogni modo evitare di alimentare una filiera che abbia a monte una violenza sugli animali.

Ecco perché Zummy ha fatto questa promessa e ha aderito al rating etico Animal Free Fashion ideato dalla LAV, classificandosi al migliore livello e certificandosi perciò VVV+.

Fonte dei dati: Animal Free Fashion LAV

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