giornata mondiale degli oceani

8 Giugno, Giornata Mondiale degli Oceani con Zummy

di Zummy Team

Ecco perché dovremmo partecipare tutti a questa iniziativa e cosa possiamo fare concretamente ogni giorno per salvaguardare la salute delle acque e delle forme di vita che le abitano

 

“L’Oceano: vita e mezzo di vita” è il titolo dell’edizione 2022 della Giornata Mondiale degli Oceani che torna, puntuale da 30 anni a questa parte, l’8 Giugno (data nella quale, nel 1992, fu istituita nel corso della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro).

Dopo le ultime edizioni allestite in modalità interamente virtuale per via delle restrizioni legate alla pandemia, il calendario del World Oceans Day di quest’anno torna a riempirsi di appuntamenti organizzati in tutte le città del mondo (cerca qui tutti gli eventi).

Il tema scelto vuole accendere i riflettori sulla salvaguardia degli organismi vegetali e animali che popolano i nostri mari e su quanto questi ultimi siano indispensabili per la vita dell’uomo. Basti pensare che, oltre a rappresentare un importante serbatoio di carbonio a lungo termine e agire da regolatore climatico,  l’oceano ospita fino a 10 milioni di specie marine mentre 39 milioni di persone nel mondo sono direttamente impiegate nella pesca (fonte Global Impacts Report di MSC (Marine Stewardship Council) Pesca Sostenibile, organizzazione no profit indipendente fondata 25 anni fa per affrontare il problema della pesca non sostenibile e garantire l’approvvigionamento di pesce per il futuro).

 

Il sito del World Oceans Day  snocciola altri dati emblematici che dovrebbero convincere ciascuno di noi del ruolo decisivo che gli oceani svolgono per la nostra sopravvivenza e della necessità di mettere in atto comportamenti sostenibili:

  • oceani e mari ricoprono il 70% della superficie terrestre;

  • la biodiversità marina e costiera costituisce l’unica forma di sostentamento per circa 3 miliardi di persone;

  • il 50% dell’ossigeno che respiriamo è prodotto dal plancton, la più importante risorsa alimentare del sistema marino;

  • le acque assorbono un terzo dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo e oltre il 90% del calore in eccesso sulla Terra, mitigando gli effetti del riscaldamento globale.

Numeri che rinviano ad un altro tema imprescindibile: la stretta connessione tra qualità delle acque e crisi climatica. Per rendere l’idea della gravità degli effetti prodotti dal cambiamento del clima sugli ecosistemi degli oceani e dei mari, il WWF cita uno studio del National Center for Atmospheric Research: l’aumento di CO2 nell’atmosfera fa sì che le acque assorbano mille volte più calore e trattengano fino al 90% dell’energia in più prodotta dall’incremento dei gas serra per effetto dell’intervento dell’uomo. Questo calore, che può arrivare fino ad una profondità di 700 metri, potrebbe soffocare la vita delle creature marine nel giro di 20 anni. Stando alla situazione attuale, la previsione è che entro il 2050 le barriere coralline potrebbero scomparire.

 

Giornata Mondiale degli Oceani: perché dovremmo celebrarla tutti

Questi dati non lasciano dubbi sul fatto che ognuno di noi debba sentire il dovere di indirizzarsi verso scelte sostenibili per fronteggiare l’emergenza inquinamento che pesa come un macigno sulla salute dei nostri mari e, di riflesso, su quella nostra e su quella delle generazioni future. Parliamo di piccoli gesti e semplici comportamenti quotidiani che non possono più essere procrastinati, soprattutto in vista di uno specifico obiettivo dettato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine”.

 Proprio per sostenere i Paesi nel raggiungimento di questa finalità, l’ONU (che dal 2008 ha riconosciuto ufficialmente la Giornata Mondiale degli Oceani) ha proclamato a partire dallo scorso anno il Decennio delle scienze oceaniche (2021-2030) con lo scopo di scandagliare i mari ed effettuare una mappatura dei fondali.

 

Giornata Mondiale degli Oceani: partecipa attivamente con Zummy

Noi di Zummy vogliamo ricordarti questo appuntamento perché il tema ci sta molto a cuore e la partecipazione all’iniziativa ci riguarda da vicino: la nostra collezione primavera/estate trae ispirazione proprio dal mare (scopri qui la nostra moda ispirata ai colori e alle forme delle creature dell’Oceano Polinesiano) e racconta una storia di sostenibilità che sa andare anche nella direzione della bellezza e dello stile.

Per questo motivo c’è anche un po’ di Zummy nella Giornata Mondiale degli Oceani, che annotiamo in rosso sul nostro calendario ormai da quasi 3 anni a questa parte, da quando cioè abbiamo fondato il nostro progetto di moda ecosostenibile.

Per la verità la nostra avventura sin dall’inizio ha mosso i suoi passi nell’oceano perché Zummy è nata proprio da un tuffo in un mare esotico. Era l’estate del 2019 quando siamo rimaste abbagliate dalla luce e dai colori che abbiamo visto sul fondale e abbiamo deciso di riportarli su abiti e accessori – attraverso processi di lavorazione del tutto rispettosi per l’ambiente – in modo che tutte le donne possano goderne (scopri qui qual è la storia di Zummy).

Per questo motivo il cuore della nostra mission aziendale sta nella convinzione che si possa produrre moda di qualità e tendenza – comoda, allegra, femminile, carica di colori e bellezza – nel pieno rispetto dell’ambiente e con un forte senso etico che ne guidi l’ispirazione sempre nella direzione di un’attenzione costante e consapevole sulla Natura. In una parola una moda davvero sostenibile, dalle cuciture alle stampe passando per le minuterie. Zummy, insomma, si propone come apripista nel settore per una decisa inversione di rotta perché per la prima volta un marchio fashion nasce dall’ascolto di un’esigenza globale: è il Pianeta a chiederci una moda diversa.

 

Giornata Mondiale degli Oceani: e tu cosa puoi fare?

Alcuni brand della moda come noi, ma anche del design e della cosmesi si sono mobilitati per produrre prodotti che rispettino le acque in tutta la loro filiera: dai materiali, ai processi di lavorazione passando per le tinture, fino al packaging. Questo approccio rivolto a diminuire il più possibile l’impatto ambientale, però, deve essere anche tuo: solo l’unione fa la forza!

 

Ecco pochi e semplici accorgimenti che possono fare la differenza:

  • esci dagli schemi del fast fashion, la moda che ti abbaglia con prezzi abbordabili e la cui bassa qualità incentiva l’atteggiamento compulsivo di comprare e gettare in continuazione. La conseguenza è un pericoloso circolo vizioso che fa male a tutti: ai lavoratori sfruttati, ai consumatori sempre meno attenti e all’ambiente a causa della gran mole di rifiuti tessili e dell’enorme “costo” in termini di inquinamento di certi cicli produttivi;

  • cerca di favorire un modello di economia circolare, non solo nell’utilizzo dei tessuti ma in qualunque altro settore: il riciclo è fondamentale per non inquinare i terreni e le acque (leggi qui quanto vale il sistema circolare nella moda);

     

  • per questa estate scegli protezioni solari rispettose degli oceani: i filtri contenuti nelle creme inquinano i mari e alcune sostanze come l’oxybenzone e l’octinoxate sarebbero così tossiche da bloccare persino la crescita dei coralli, lo sapevi?

  • se ami gli sport acquatici, le escursioni in barca o semplicemente sorseggiare un aperitivo sulla spiaggia, presta attenzione a portare via con te i rifiuti e a smaltirli in maniera corretta (devi sapere che un semplice tappo dimenticato sulla battigia o gettato in mare può essere mortale per la fauna marina);

  • riduci il consumo di plastica in generale: questa regola dovrebbe essere ormai stata interiorizzata da ciascuno di noi e dovrebbe essere valida tutto l’anno. Bastano pochi accorgimenti per rispettarla: metti al bando il monouso (piatti, posate, bicchieri); preferisci le borracce lavabili alle bottigliette d’acqua usa e getta; acquista prodotti con imballaggi realizzati con materiali riciclabili.

Se ti sembra troppo difficile mettere in pratica questi comportamenti, guarda la Great Pacific Garbage Patch,l’immensa isola di rifiuti di plastica che campeggia al largo della California, per renderti conto che gli oceani stanno soffocando a causa dei rifiuti e convincerti della necessità di questo cambio di passo!

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